Calendario di Avvento 2016 - 12 Dicembre - Natale Tropical - Dario Ballanti

Calendario di Avvento 2016 - 12 Dicembre - Natale Tropical - di Dario Ballanti

Ho chiesto ai miei amici e redattori di Italia Nostra se qualcuno di loro ha mai passato un Natale diverso dal solito, magari più bello o anche più brutto. Tra le risposte che ho ricevuto, mi ha colpito la storia di Dario che, anni fa, si è trovato involontariamente a passare un Natale al caldo, più esattamente in Nicaragua, America Latina.

Ecco il suo racconto.

 

 

Natale Tropical - di Dario Ballanti

Chi non ha mai sognato un Natale al caldo, magari in spiaggia a prendere il sole invece che al freddo europeo di fine dicembre? A me è capitato di trascorrerlo una volta, quasi per caso. Sono passati tanti anni, ma ricordo ancora quel 25 dicembre ai tropici. Più precisamente a Managua, la capitale del Nicaragua. Come sono finito laggiù proprio il giorno di Natale? Un volo cancellato il 23 e….invece di passare la sera di Natale su un aereo, ho deciso di restare dove mi trovavo. A quei tempi ero giornalista ed ero andato in quel paese per visitare dei progetti europei di aiuto allo sviluppo. Anche se avevo già viaggiato parecchio nella vita, non avevo mai vissuto l’atmosfera natalizia a temperature per noi estive.

Ero incuriosito e mi facevo molte domande: anche qui ci sarà Babbo Natale con slitta e renne? Come festeggiano? Si faranno i regali? Cantano le canzoncine natalizie? Devo ammettere che in America Latina le persone sono talmente simpatiche e cordiali che ho dimenticato presto il pensiero di trovare un volo di ritorno. Prima di tutto c’era il Natale. Per fortuna avevo qualche giorno di vacanza, e allora: “Feliz Navidad en Nicaragua”!

 

Mi sono immediatamente adattato ai ritmi locali: me la sono presa comoda e ne ho approfittato per scoprire Managua, una strana città. Il centro non esiste, o meglio non esiste più: è stato distrutto da almeno 4-5 violenti terremoti avvenuti nell’ultimo secolo e così si è deciso di costruire, ma soltanto tutt’attorno. Paradossalmente, la periferia è vastissima, mentre il nucleo cittadino in sé non esiste; ci sono lunghissimi ed anonimi viali aggrediti da una fitta ed incolta vegetazione, qualche parco, parecchi monumenti dedicati agli eroi del paese, palazzoni di recente costruzione, come il mio albergo, e rari esempi di architettura coloniale sopravvissuta ai sismi. E poi anche belle chiese, o perlomeno quello che è rimasto in piedi dopo i terremoti.
La popolazione supera comunque il milione di abitanti: non mi sono sentito affatto solo, anzi. Ovunque andavo c’era sempre qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere e a cui fare gli auguri, tra musica, colori e profumi dei cibi locali. Il tutto scaldato dal sole caraibico. In America Latina quando si parla di festeggiamenti, si fa davvero sul serio!

Il Nicaragua non è una località molto turistica. Per questa ragione la gente è in genere incuriosita dagli stranieri e molto cordiale, non tenta di fregarli come in tanti altri posti. Quindi mi sono trovato davvero a mio agio in questo improvvisato Natale ai tropici. Mi sono davvero divertito. Molti negozi e centri commerciali erano addobbati proprio come da noi, con luminarie e alberi di Natale. Sì, erano proprio abeti illuminati a festa, ovviamente finti! E giravano anche decine di Babbi Natale con tanto di pellicciotto rosso e berretto. Era tutto un comprare regali, impacchettare, scrivere biglietti d’auguri…Mi sembrava davvero strano e divertente vedere queste scene - in tutto e per tutto simili a quelle di casa nostra - a quasi 30 gradi all’ombra.

Il massimo è stato quando sono stato invitato a una festa natalizia: mi danno un bigliettino che sembrava un poema...Era l’indirizzo! Là infatti non conoscono vie o codici di avviamento postale, visto che è ancora tutto semi-distrutto: “De la Universidad Nacional de Ingenieria, una cuadra y media al Norte, Managua, Nicaragua”, c’era scritto. Con il GPS probabilmente il posto l’avrei trovato per Pasqua. Fortuna che i taxi esistono anche là!