Calendario di Avvento 2016 - 10 Dicembre - Racconto: Quest'anno sciopero - di Erika Cecchetto

Il regalo del 10 Dicembre è "Quest'anno sciopero!", un racconto di Natale scritto da Erika Cecchetto. (Nota: non è adatto ai bambini)

Quest’anno sciopero - di Erika Cecchetto

Nevica da quasi una settimana e il paesaggio, abitualmente bianco, ora sembra ancora più candido. Le luci colorate splendono su alberi, lampioni, pupazzi di neve e case. Una, più grande, spicca sulle altre: tutta in legno, la facciata illuminata da mille luci e addobbi di Natale. All’interno, una donna paffuta entra nella camera da letto. “Sveglia!!!”, tuona.
Dal grande letto matrimoniale nessuna risposta. La donna si avvicina, afferra le coperte e comincia a tirarle energicamente.
“Ho detto, sveglia! Oggi c’è da fare, ed è già tardi!”
Da sotto le coperte stavolta si sente un grugnito.
“Forza, vecchio barbone!” insiste la donna, già con minore severità nella voce.
“Non mi va!” rispondono le coperte.
“Scusa?!”
“Ho detto non mi va, non ne ho voglia.”
“Tu non puoi non avere voglia.”
“Invece sì.”
La donna, testarda, afferra nuovamente le coperte e dà uno strattone più forte. Da sotto le coperte emerge una nuvola di capelli bianchi. La donna tira ancora. E ancora.
“Va bene, va bene, mi alzo”, dice l’uomo rassegnato.
A fatica si mette a sedere, le gambe penzoloni. Si guarda intorno, strizza gli occhi...e cambia di nuovo idea. “No,” borbotta. “Non ce la faccio. Stavolta, non se ne parla. Trovino qualcun altro.”
La testa bianca crolla sul cuscino.

 

La donna è senza parole. In tanti anni non era mai successa una cosa simile. Rimane immobile a pensare per un attimo, poi lascia la camera da letto e, buttatosi addosso un pesante cappotto, esce di casa, percorre i pochi passi fino alla casa dei vicini. Bussa. Dopo un po’ le viene ad aprire un ometto basso dal cappello verde a punta.

 

“Non vuole alzarsi. Dice che questa volta bisogna trovare qualcun altro.”
“Qualcun altro?” ribatte l’ometto con gli occhi fuori dalle orbite. “Non è possibile! È lui Babbo Natale! Sostituti non ne abbiamo!”
“A me lo dici? Lo so bene, l’ho anche sposato!” dice la donna. “Ma è davvero di pessimo umore. E sembra a pezzi.”
Ora l’ometto, il capo degli elfi, diventa più rosso in viso della divisa del suo capo. “Ehm… Forse è perché...ecco...ieri abbiamo festeggiucchiato…”
“Festeggiucchiato?!” scandisce la donna incredula.
“Temevamo di non fare in tempo a preparare tutti i regali. Quando ci siamo riusciti, abbiamo festeggiato.”
“Con…?”
“Ehm…Giusto un goccetto... Tre casse di vino… due di vodka… un barile di whisky…”
La donna lo guarda severa, arrabbiata. “Come avete potuto? Sapendo il giro che lo aspetta, proprio oggi??”
Il suo sguardo è attirato da un muso di renna che appare alla finestra.
“Anche Rudolph non mi pare in grandi condizioni.”
“Rudolph è abituato. Secondo te, perché mai ha sempre il naso rosso?”
La moglie di Babbo Natale alza gli occhi al cielo.
“Dobbiamo assolutamente convincere mio marito a fare il suo lavoro. Seguimi”. Insieme, tornano nella camera di Babbo Natale. Durante il breve tragitto, l’elfo inciampa e cade faccia avanti nella neve per ben cinque volte.
“Mamma mia!” dice la donna sconsolata. “374 anni, e ancora non ha imparato a camminare con quelle scarpe a punta…”
Babbo Natale, ovviamente, è ancora sotto le coperte. Cercano di convincerlo ad alzarsi in ogni modo, ma non c’è nulla da fare.
“Non puoi rifiutarti di consegnare i doni, che diranno i bambini?” gli dice la moglie, agitando alcune delle letterine sparse un po’ ovunque per la casa. “Sono tuoi fan, ti aspettano.”
“Non importa” borbotta ostinato suo marito da sotto le coperte. “I regali li porterà qualcun altro.”
“Nessuno può guidare la tua slitta, lo sai… E non sarebbe neppure giusto, sarebbe come prendere in giro i bambini.”
Dopo una buona mezz’ora di tentativi, la donna e l’elfo si arrendono.
“Non resta che una cosa da fare” dice allora l’elfo.
“La clessidra magica?” chiede la donna.
“Già.”
La clessidra magica la usavano solo in caso di emergenza, solitamente quando c’era forte ritardo nella preparazione dei regali: permetteva di mandare indietro il tempo, ma per ricaricarsi e potere essere usata di nuovo servivano poi dieci anni.
“Mandiamo indietro il tempo di un giorno o due,  facciamo sapere ai telegiornali che quest’anno Babbo Natale non consegnerà i regali...E vediamo che succede.” spiega l’aiutante.
“Speriamo bene!”, esclamano a una voce.


Qualche ora più tardi, la moglie di Babbo Natale costringe il marito a sedersi sul letto e guardare il telegiornale.
“Guarda! Guarda cos’è successo quando i bambini hanno saputo!”
I giornalisti raccontavano scene di disperazione mai viste prima, si vedevano bambini ammutoliti e genitori impotenti. Tutti supplicavano Babbo Natale di cambiare idea.
“Babbo Natale, non mi interessano solo i regali” dice una bimbetta bionda di circa sei anni con due splendidi occhioni blu. “Perché non vuoi passare da casa mia a mangiare i biscotti, quest’anno?”.
Può bastare, pensa la donna. Spegne la televisione e guarda il marito. Lui rimane in silenzio per un po’, a testa bassa, poi lentamente dice: “Ci tengono davvero tanto, eh?”.
“Li hai sentiti”, conferma sua moglie. “E hai sentito quell’ultima bambina. Non sono interessati solo ai regali, loro vogliono te, la magia, i sogni. Non gli puoi togliere tutto questo. Non li deludere, almeno tu, non se lo meritano. Cosa sarà di loro, se gli neghi l’innocenza? La fantasia?”.
Babbo Natale sospira, poi finalmente nei suoi occhi compare un lampo di gioia ed entusiasmo.
“Preparami un caffè”, dice alla moglie con tono deciso. “Forte. Anzi… fortissimo.” E aggiunge: “Prepara anche una confezione di aspirine, per ogni evenienza…”
Sua moglie sorride. Il capo degli elfi, che ha seguito la scena da un angolino, sorride. Alla finestra, anche Rudolph, col suo naso rosso - e adesso sappiamo perché - sorride. Anche per quest’anno il Natale è salvo.